Lo sviluppo della coltivazione della vite in California, del vino della California, è da attribuire ad un ligure, della provincia di Genova, per la precisione di Acero, frazione di Borzonasca.
Il suo nome , Andrea Sbarboro, nato nel 1839 dal padre Stefano proprietario di un mulino e di terreni coltivabili e padre di otto figli che nel 1842 decise di partire con la famiglia per New York. Precisazione: Andrea Sbarboro a noi dice poco e niente.
Oltreoceano Andrea nel giro di pochi anni fondò una banca Italo Americana in cui confluirono i proventi di tanti connazionali ivi trapiantati. Fino all’intuizione di coltivare l’ottimo territorio dall’ottimo clima della California. L’intuizione fu la seguente : se si riesce a fare coltivazione della vite nei territori difficili della Liguria, fra fasce e muretti a secco, cosa vieta che quel tipo di coltivazione abbia successo in una terra come quella californiana? Non si tratta, forse, di un clima altrettanto mite ed un territorio piano e facilmente coltivabile con enormi spazi vergini a disposizione. Nasceva il vino della California.
Così fu. Naturalmente, senza esitare lo Sbarboro fondò una colonia italo svizzera che venne denominata Asti, sul Russian river, proprio la città in cui nacque e visse Jack London che tanto bene la descrisse nel suo libro “La valle della luna”. In sostanza, la località divenne famosa a livello mondiale e meta di visite. Le sue cantine potevano contenere 16 milioni di litri di vino e detenne lungamente un record per la presenza di una vasca sotterranea in cemento e vetro capace di contenere due milioni di litri di vino. Una vera americanata. Tutti gli italiani ex contadini presenti in zona ebbero lavoro ma dovettero vedersela nel 1919 con il proibizionismo che venne abolito solo nel 1933.