Se stai un po’ ad ascoltare Ivano Ricchebono, tredici stelle Michelin portate benissimo, ti rendi conto che Simone Belfiore occupa un posto molto speciale nella personalissima scala dei meriti del “Doge” abituato a non fare sconti a nessuno.
E dire che Simone Belfiore non nasce cuoco per vocazione. Può essere che se gli sguardi della Dea Eupalla si fossero posati in modo diverso avremmo avuto un grande bomber e Ivano Rocchebono lo avrebbe ammirato, nel caso, con la maglia dell’adorata Sampdoria.
Ma nelle cosidette grandi, Simone, ci ha militato, non quelle della serie A ma in quelle della Champions della cucina.
Prima di approdare a The Cook, dopo essere transitato per la splendida avventura dell’Hotel Diana di Alassio con Ricchebono, Simone Belfiore qualche altra soddisfazione da alta classifica se l’è tolta. Vogliamo dire le Calandre? Dove Simone ha voluto scalare tutte le posizioni delle singole partite: giunto al vertice di una, via con la nuova “gavetta” in un ‘altra in modo tale da apprendere tutta la catena del lavoro, il suo scibile.
L’arte della cucina, nel suo caso, non è passata attraverso la trafile dell’alberghiero ma attraverso quella dell’Accademia Gualtiero Marchesi che gli ha lasciato il sogno segno di una vocazione più tardiva ma ben appresa e sviscerata. Calandre ma anche un passaggio fondamentale presso Cracco <<Arrivai proprio nel momento in cui Cracco perse la stella ma io ero felicissimo di stare lì anche in quel momento.>> In precedenza un passaggio fondamentale all’interno della ristorazione in hotel presso il ligure Lo Splendido. Situazione che, un po’ dopo, si sarebbe palesata con l’approdo al Diana di Alassio con Ivano Ricchebono. E da lì il passaggio a the Cook dove ha ottenuto la fiducia, sempre più manifesta, del “Doge”. Ora per lui si aprono scenari davvero interessanti. Aldilà dei suoi indubbi meriti e delle acclarate capacità, Ricchebono gli ha riconosciuto anche pubblicamente metriti espliciti e lui ammette di voler lavorare per contribuire a quelo sogno che si chiama seconda stella. Sarebbe certamente il gol più bello per uno che voleva fare il calciatore.
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