Il Santamonica di Lungomare Lombardo è un locale che abbiamo visitato e seguito nel corso del tempo. Lo abbiamo visto nascere e crescere attraverso i non sempre lineari percorsi che concludono al gusto. Un locale che si posiziona nella gamma alta delle scelte possibili a Genova, non tanto per la bravura dello chef , e di questo narreremo, e non per l’impagabile prua sul mare che conduce a serate baciate da tramonti che strappano il cuore e lune che si inabissano tra gli scogli. Questo locale, nella persona dei suoi nocchieri, Monica Capurro e Andrea Giachino, ha sempre seguito la stella polare che mette fuori da ogni tempesta: la ricerca della qualità della materia prima. Nel loro caso parliamo di pesce. Può capitare la ventura di un piatto che non insegua la qualità dell’altro o un vento di bonaccia che non alimenti le vele come si vorrebbe. Ma se tieni in casa la serietà dell’essere ristoratore, difficilmente non vieni premiato.
Dal giro d’anno in poi, lo chef del Santamonica è Mattia Congia. Silenzioso e geniale cuoco che si è un po’ liberato di spinte forse troppo azzardate per un territorio gastronomico conservatore come quello genovese. Oggi la sua cucina che mette a disposizione del Santamonica, risente in modo positivo di un tipo di ricerca messa al servizio di gusti più ricorrenti.
Un capitolo a parte la questione vino. Monica Capurro è sommelier ed appassionata del buon bere. In occasione della nostra visita ci ha fatto conoscere gl incanti di un vino davvero speciale. Stiamo parlando di “Missanto Bianco” vendemmia 2017. Un vino dell’azienda PinoGino di Castiglione Chiavarese. Sono 14 i gradi di questo vino che “Si produce con uve di Bianchetta e Vermentino colte all’apice della maturazione”. Ebbene, si tratta di un vino assolutamente ruffiano che appassiona per i profumi decisi. C’è davvero un orizzonte di Liguria in questo nettare anche un po’ misterioso.
Voto al vino 9
In grande onestà, dopo aver lodato l’innovazione, siamo qui a descrivere una monumentale frittura di mare che rappresenta un marchio di fabbrica e di garanzia. Innovazione, certamente, ma il piacere che ci proviene dal mangiare a piene mani una frittura così equilibrata nei gusti e nei modi, è davvero unico. Sulla freschezza del pescato vedere sopra.
Voto alla frittura 8,5
In tema di Liguria mettere in fila un pesce, lo sgombro o “laxerto” se più vi aggrada. Toglierlo dalla sua naturale vocazione all’umido con piselli e farlo sposare con una semplice crema di cagliata genovese, meglio nota come prescinseua, è una bella scommessa. Vinta, perché la leggera acidità delle leggera giuncata lenisce i grassi di un pesce importante come lo sgombro. Germogli e fiori d’aglio, non sono un banale complemento ma il giusto complemento che lega due gusti.
Voto allo sgombro 7,5
Il mare a vapore ( pescato e crostacei al vapore, purea di sedano rapa e maionese al plancton) non è un piatto facile. Un azzardo in termini di realizzazione e di proposta. La purezza del vapore non collide ma si amalgama con una soluzione che al palato appare a tutta prima vischiosa. E’ un piatto di grande responsabilità, dove chi assaggia è maggiormente protagonista rispetto a chi crea. Hai delle soluzioni davanti e le devi trovare al momento intercalando e abbinando il boccone. Piatto non facile, come una canzone di non facile ascolto, va ripetuto non nell’esecuzione, riuscita, ma nell’assaggio. Può dare ulteriori soddisfazioni.