Faccio una scommessa. La prossima volta voglio andare a degustare il menù di terra che Monica Capurro e Andrea Giachino propongono al loro Santamonica. Perché se sono così bravi da quelle parti a maneggiare il pescato, la sfida è quella di degustare le poche, selezionate proposte, proprio su quel versante.
SantamonicaMa nel frattempo ci fa piacere raccontare, ancora una volta e non è mai abbastanza, questo locale che ormai si è affermato nel panorama della genovese della ristorazione di livello. E’ stato bello tornare dopo la pausa del lockdown e verificare, nel caso ce ne fosse bisogno, di quanto sia suggestivo cenare sul mare all’insegna di proposte consolidate e di nuove coccole al cliente.
Quando ci si siede al Santamonica è d’obbligo tenere presente che si corre il “rischio” di perdersi in un mare di etichette e di proposte che sono uno dei vanti del locale. Parliamo di una vera e propria cantina in riva al mare. Ma se naufragar in quel mare sarebbe pur dolce, Monica ci propone all’assaggio garibaldino due splendidi vini espressione del territorio che lei ama con giudizio e devozione. Se dobbiamo partire dal vino allora diciamo che l’incombenza che ci è toccata è certamente di quelle piacevoli. Siamo andati all’assaggio in anteprima di due vini piuttosto complessi da spiegare quanto gradevolmente facili da bere. Nomi che evocano Liguria che in essi è tutta contenuta. Parliamo di “Cumme na ‘ votta “ e di “Arsùa”che arrivano da U Cantin, l’azienda agricola Penco ma che ha in Domenico Cuneo un autore apprezzato in modo bipartisan.
SantamonicaNobilitati dall’assaggio di questi vini nell’occasione abbiamo scelto un passaggio di ostriche che a menù vengono proposte in quattro tipologie (Fine De Claire, Tsarskaya, Gilardeau e Divine) nel segno di una tradizione legate ai bivalvi di pregio che da sempre caratterizza le scelte di questo locale. “La nostra bouillabaisse” è stata la nostra prima scelta, azzeccata, che ci è stata servita con tutti i suoi componenti in prima fila e un motivante accompagnamento di cous cous.
Crudo in libera composizione, come da ormai storica proposta, che ha toccato una selezione di gamberi e scampi e un’intrigante triglia di Camogli in filetto stupendamente spinato. Sashimi di palamita che cantava e baccalà a chiudere il bouquet di gusto e colori.
Al dolce non potevamo rinunciare alla tartelletta con ganache al cioccolato bianco Valrhona allo yuzu. Bene abbiamo fatto a farci guidare dalla curiosità. Delicatezza garantita da un’esecuzione perfetta.

Complimenti allo chef Domenico Volta, alla sua cucina fatta di sostanza ricercata. Sempre conforme allo stile del Santamonica, con scelte dove lo stupore è destinato al piatto e alla soddisfazione del commensale.
Che dire se non di un servizio impeccabile, formale il giusto, competente ed appassionato. Il resto lo fa la verve di Monica, l’ironia di Andrea e il meraviglioso  spettacolo del Santamonica sul mare.

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