“I ricordi non passano mai, stanno con noi” cantava un po’ di tempo fa Amedeo Minghi. Ed è vero perché quando si chiude la soglia del Santamonica, un po’ a Monica Capurro, deus ex machina di questa splendida realtà che si affaccia sul mare di Corso Italia, i gusti dell’Antica Osteria della Foce, dove lei e il marito hanno dato lezioni di gusto, forse tornano in mente. Ma il presente si fa futuro quando si spalanca la porta del Santamonica, una creatura nata a ridosso dell’estate e che sta già segnando un pezzo di gastronomia genovese. Diciamo subito della fortuna che il Santamonica gode, come chi nasce bello per sorte: la posizione. A nostro sindacabile avviso, una delle migliori nel panorama costiero genovese. I tramonti sul mare non costano nulla ma sono più preziosi di una tovaglia d’organza. E dall’ampia terrazza sul mare del Santamonica si fa a tempo ad innamorarsi del posto: ancora prima di aver bevuto il primo dito di Prosecco.
Ma al Santamonica si mangia, e si mangia bene.
Per la nostra visita, abbiamo iniziato con un crudo di pesce davvero generoso nella porzione e sincero nella freschezza.
Un’ottava in più, nella sinfonia di gusti salmastri, per le ostriche di qualità e freschezza rimarchevole. Abbiamo poi virato su un primo di taglierini limone e pepe con gambero rosso ben amalgamati, perfetti in cottura e , ci piace rimarcarlo perché si tratta di costante al Santamonica, di generosa porzione. Insomma, tanto per dirla fuori dai denti: non si esce a pancia vuota…
A questo punto si abbassano le luci e lo spot light si deve accendere sulla frittura mista, commovente a tratti, di indiscutibile fragranza, di ricchezza di gusto, di equilibrio di sapori e ,ancora una volta, di generosissima entità.
Abbiamo accompagnato il tutto, dopo un’appropriata entrata di bollicine, con un sereno Coronata. Scelta che Monica Capurro, colpevole di una carta dei vini storicamente ragguardevole con 200 proposte, ci ha approvato con convinzione. Al dessert, al dessert…E qui una sacripantina tutta genovese di soave morbidezza. Un tratteggio alcolico, ben celato tra spume cioccolatose avvolte in una nuvola di Pan di Spagna.
Se Caproni voleva andare in Paradiso con l’ascensore di Castelletto, io ci voglio andare mangiando la sacripantina del Santamonica…Accompagnato, ca va sans dire, da Maccaia, storico passito sponsorizzato da Monica. E’ un vino bianco dolce ottenuto con uve passite prodotto da Penco a San Colombano di Certenoli.
Che dire…Squisitezze in tavola, corroborate dall’innata ospitalità di Monica Capurro, del suo intelligente staff e del diesel Andrea, consorte a 360 gradi.
Chiudere con un bicchierino di acquavite di mosto ghiacciato, è stata una finezza tra le tante.
Santamonica
Lungomare Lombardo 27 – Genova
0105533155