Cristina Capacci, giornalista televisiva genovese, ora è negli Stati Uniti. Per Zena a Toua ci racconterà come viene vissuto il “food” negli States. Ogni settimana i suoi reportages esclusivi dagli Usa. A raccontarci la Liguria del cibo Oltreoceano. 

Il primo vero affronto personale che ho subito da quando sono a Boston riguarda la cucina o meglio il Re della cucina genovese: sua Maestà il pesto. Mi ero preparata psicologicamente a vedere cose assurde negli scaffali dei supermercati americani (che peraltro consiglio di visitare almeno una volta nella vita). Tuttavia mi sorprende sempre accorgermi di come la mia immaginazione spesso non possa arrivare troppo oltre.Pesto

 

Il pesto e’ ovviamente la salsa più copiata al mondo e qui negli USA ne vanno pazzi. 
Nei ristoranti, anche in quelli italiani, in pochi però si azzardano a presentarlo nei menù esaltando invece il sugo di pomodoro e la pasta che ,ad accompagnare le polpette, mi ha comunque inorridito.
Ho visto invece nei negozi vani tentativi di copiarlo, tralasciando  le marche di casa nostra che esportano qui i loro prodotti. Su questo ci sarebbe da aprire una discussione  su quello che penso di quasi tutto il  pesto confezionato. Detto ciò, molte aziende oltreoceano si dilettano a preparare la famosa salsa verde.
In primis è giusto dire che nel New England, a Boston, il basilico non trova certo il clima più favorevole alla sua fioritura. Ma dato che al peggio non c’è limite, una volta che si è riusciti a coltivarlo perché  tritarlo ( non penserete mica che lo facciano al mortaio?) con olio di ” canola”, succo di limone e spezie oppure con mandorle, aceto e pepe nero. Si riesce poi a venderlo a 7/8 dollari. Insomma siamo in America…

 

Poi a dire pesto si fa presto…Ho visto  vari esperimenti con il nome pesto…E siccome tutto, più o meno , si può pestare…Mi sono vista passare sotto gli occhi quello di carciofi, asparagi e chi più ne ha…Beh, con Hallowen alle porte, anche di zucca …Roba da far drizzare i capelli al mio amico MARCO BENVENUTO cultore del pesto al mortaio: ed è tutto dire. Non manca, poi, il pesto vegano: come avremmo potuto farne a meno.
Un tour delle sorprese; ma, dopo essermi sorpresa fin troppo, sono tornata a casa dove nel mio freezer ho congelato la mia amata salsa. Si sarà pure “offesa” per il lungo viaggio aereo da Prà a Boston, perdendo la sua unicità e cambiando irrimediabilmente sapore. Ma sempre meglio però del pumpking pesto

 

 

E LO CHIAMANO PESTO – FOTOGALLERY di Cristina Capacci

 

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