Pescare con le mani era un metodo che si tramandava di padre in figlio per pescare nei ruscelli di montagna. Cercavamo le zone del ruscello senza alghe attaccate al fondo o alle pietre, con le acque limpide. Questo era segno che erano popolate dalle trote: nuotando smuovevano i fondali con le code e non permettevano l’attecchimento delle alghe. Si andava a pescare completamente vestiti, ma senza le maniche, infatti si pescava da riva inginocchiati sugli scogli, lì infilavamo la mano sotto gli scogli e tastavamo alla ricerca delle trote. Trovata la trota, l’abilità consisteva nello spingerla in un punto chiuso dal quale non potesse scappare. Quando si sente intrappolato, questo pesce infila la testa dove può, e noi smuovevamo la sabbia fino a riuscire ad infilare le dita nelle branchie, l’unico punto nel quale era possibile fare presa. Se ci accorgevamo che era piccola, la lasciavamo andare. Mio nonno raccomandava di non rivoltare le pietre del torrente per cercare i pesci perché si sarebbe rovinato l’ambiente, ma i bracconieri lo facevano rovinando tutto. Aveva un religioso rispetto dell’ambiente nel quale cacciava e pescava. Non utilizzava nemmeno il metodo di battere le pietre per fare uscire i pesci, non gli sembrava onesto e alla pari”. (Testimonianza di Angelo Roascio, classe 1939. di Riofreddo di Murialdo – Savona)

Mauro Salucci è nato a Genova. Laureato in Filosofia, sposato e padre di due figli. Apprezzato  cultore di storia,  collabora con diverse riviste e periodici . Inoltre è anche apprezzato conferenziere. Ha partecipato a diverse trasmissioni televisive di carattere storico. Annovera la pubblicazione di  “Taccuino su Genova” (2016) e“Madre di Dio”(2017) e   "Forti pulsioni" (2018) dedicato a Niccolò Paganini. Ultimo arrivato  il libro dedicato ad un sestiere genovese importante come quello di " Portoria e Molo". Mauro Salucci lo potete anche leggere Salucci di web

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