Una cosa posiamo affermare con certezza ed è la seguente: a seguire i menù di Mattia Congia, chef del Santamonica, non ci si annoia. Per questo è necessario rincorrere la sua voglia di cambiamento con una certosina costanza. Nel caso di specie, la dedizione viene premiata senza indugi.
Di recente abbiamo avuto il piacere di porre la nostra attenzione su alcuni piatti, per certi versi, ancora più sorprendenti di altri, segno di un’ evoluzione che, più che dichiarata, è vissuta in cucina.
Al Santamonica di Monica Capurro e Andrea Giachino, abbiamo assaggiato un “carpaccio di capasanta, albicocche al bergamotto , olio di coriandolo e polvere di piselli”. Una proposta freschissima a piacevolissimo rimbalzo di sapori. Non è un piatto semplice, ma è uan proposta che fa della semplicità il suo valore squisito.
L’ostrica impanata nella farina di ceci e fritta, può sempre apparire un azzardo: ma non lo è e provare prima di credere. Le fanno da ancella la crema di avocado all’aceto di riso e il caviale baical. Nel colore e nelle sfumature è racchiuso un gusto inequivocabile.
Quello di cui stiamo per parlare è, certamente, il tema che più ci ha appassionati. Parliamo del “fondale marino” dove ci tuffiamo per trovare novelli di moscardini, capasanta, muscoli, gamberi rosa e triglia flambati al gin. Non ultimi certo: acqua di pomodoro. Salicornia. Alghe rosse, aria di bergamotto e polvere di nero di seppia. Una proposta squisita, da consumare con molta attenzione e dove il rimbalzo dei sapori è nettissimo.