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Gran Ristoro: il panino a Genova da Bartali in poi

Gran ristoro“Ripa maris”, al secolo Sottoripa,interno giorno. E’ questo un  porticato medievale contraddistinto dal febbrile passaggio di gente di ogni foggia, religione e professione. Un luogo, forse,  unico al mondo perché collocato sotto il livello del mar. Sarà capitato all’ora di pranzo di imbattersi in una composta fila indiana che aspetta il suo turno per entrare in uno stretto locale. Una fila indiana composta indistintamente da impiegati, studenti, turisti. Tutti  stregati una volta dai sapori dei panini del Gran Ristoro , vogliono provare nuovamente la sensazione speciale. Questo esercizio venne acquistato decenni fa da Gioacchino Bartali, che si racconta volle investire così i primi guadagni del celeberrimo nipote ciclista. Si trattava all’epoca di una fiascheria di Chianti, vino che a Genova andava molto in voga. All’interno del piccolo sgabuzzino nulla è cambiato, o molto poco.  Sono ancora in bella vista le ceramiche che tappezzano il soffitto e le pareti.

Gran Ristoro

A lato tutti  i fiaschetti di vino Chianti.La scelta di panini è immensa: dal “minestrone” al “merlino” al “filetto in salsa capricciosa” (insuperabile panino da meditazione) al “mistero” e, per gli amanti del mare il “pesce veloce del baltico”. Il tutto inframezzato dalla teatrale prosa del titolare che non mancherà di fare sorridere. Un locale come quello della Maria di Vico Testadoro, dove il no global mangia il panino vicino al bancario, con rispetto e fraternità, come è sempre stato a Genova, nei secoli dei secoli. Il locale è recensito fra le eccellenze europee dello “street food” alla voce Gran Ristoro.

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