Quando si parla di Cundigiun, si parla di un piatto di origine povera, le cui origini si perdono nella notte dei tempi. Nasce con lo scopo di unire armoniosamente le verdure che la bella stagione dona al fine di creare una superba insalata mista che doveva in passato avere la funzione di piatto unico.
Non si tratta però di una semplice insalata fine a se stessa, in quanto ebbe in passato anche una funzione sociale; le donne erano infatti solite consumarlo sedute sugli scalini di casa, spettegolando con le vicine servendosi spesso da un’unica insalatiera mentre i mariti erano in mare a pesca.
Come è ben facile immaginare non vi è dunque una ricetta ben precisa; se ad esempio andando a Genova è molto probabile mangiarlo con le patate lesse ad Imperia ciò non capiterà mai; tuttavia vi sono alcune linee guida che accomunano i vari “ condiglioni “ . Per prima cosa non deve mai mancare il basilico, che gli conferisce un’inconfondibile sapore, in oltre deve essere sempre abbondantemente condito, come indica il suo nome che deriva appunto dal verbo condire, quasi a voler ribadire il detto locale che cito testualmente “Non mi fido di tre cose: condiglione senza condimento, bella donna civettuola, contadino senza tridente “.