Oggi non voglio segnalarvi dove andare a mangiare ma piuttosto di “come” mangiare. Come si può gustare più volte, ed in modo diverso, la stessa pietanza senza ordinarla due volte? Facendo attenzione ai nostri preziosi cinque sensi.
I sensi sono lo strumento preferito di un gourmet godurioso perché offrono l’opportunità di uno stimolo globale stando semplicemente seduti davanti ad un confortante piatto di, perché no, ravioli.
Vediamo come e perché.
Siamo a tavola e non appena ci viene servito un piatto ecco che interviene prontamente la vista. L’occhio cattura l’immagine e la getta in pasto al cervello che inizia ad associare ciò che vede a ciò che ha già visto e noi, quasi per magia, iniziamo già a capire il piatto…o almeno abbiamo idea di cosa ci aspetta. Qui non serve essere degli esteti del cibo, o degli amanti della quantità, la vista è onesta con tutti ed è lei che fischia l’inizio della nostra salivazione.
Dopo averlo contemplato per il giusto tempo, almeno io faccio così, viene chiamato in campo l’olfatto, il più diretto e potente dei 5 sensi.
Diretto perché le terminazioni nervose contenute nel naso sono a stretto contatto con il cervello, pertanto grazie ad una rapida annusata (qualcuno potrebbe considerarlo un gesto poco elegante ma ahimè, me ne farò una ragione e continuerò a farlo perché lo adoro) siamo prontamente in grado di riconoscere molti degli ingredienti che compongono il piatto e magari, se siamo fortunati, riusciamo a fare un salto nel passato riconoscendo quel particolare odore che riempiva le narici di noi bambini mentre cucinava la nonna…L’olfatto è la vera macchina del tempo del nostro corpo. Il come mangiare transita molto da quelle parti.

come mangiareDall’olfatto poi si passa, direi inevitabilmente a questo punto, al gusto.
Per molti è l’unico senso che interviene a tavola forse perché è quello che lascia una impronta più marcata nella nostra memoria, in effetti a distanza di anni il ricordo che conserviamo di una pietanza è legato al 90% al gusto.
Qui non servono troppe istruzioni, è sufficiente mangiare, masticare e si apprezza il gusto globale del boccone e, se siamo abbastanza bravi e addestrati, riconosciamo anche i singoli ingredienti.
La lingua, però, non ci garantisce solo la percezione dei gusti, ci permette di gestire anche le cosiddette consistenze: il croccante, il sodo, lo spumoso (solo per citarne alcune) sono sensazioni tattili veicolate dalla lingua. Pensavate servisse solo per parlare, ed invece svolge una moltitudine di compiti.

come mangiareL’unico senso che sembra essere escluso è l’udito, ed invece no! Sul podio sale anche lui, e di diritto! Pensatevi a tavola nel vostro ristorante preferito: appena arrivate vi accomodate, ordinate il vostro desco e cosa vi viene servito immediatamente? Il pane. Fresco, magari appena sfornato, fumante e fragrante ed è proprio ora che l’udito segna il primo punto della partita: al primo morso del panino, dalla rottura della sua crosta si diffonde un sonoro “crac”, foriero di bontà e di buone sensazioni.
La prossima volta che mangerete, sia a casa che al ristorante, fate una prova: concentratevi su come i sensi ci descrivono i piatti, sarà un simpatico gioco che, comunque, vi incoronerà come vincitori!

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