Spesso lo si proclama e non sempre ci si riesce. Recuperare un po’ dell’antico spirito del “mangiare genovese” non è cosa facile. Ci stanno provando, con eccellenti risultati , all’Antica Gastronomia Canneto al 61 r. di Canneto il Lungo, pieno centro storico a ridosso della Cattedrale di San Lorenzo. Dietro al banco troviamo Riccardo Soldi, genovese di nascita, milanese per militanza ed esperienze all’estero. Con lui si divide fatiche, ma ora anche i primi onori a poco meno di un mese dall’apertura, l’infaticabile e vulcanica Barbara Castelli. A prima vista l’impatto è accattivante. Le pareti del locale, non vasto ma ben organizzato ed accogliente, sono foderate di marmo alla genovese “Qui c’erano le vasche dello stoccafisso “ ci notifica Riccardo. Il concetto è quello di una gastronomia con un luminoso banco a vista, che mette a disposizione i suoi prodotti sia per l’asporto che per il consumo ai tavoli. L’ampio, e invitante, spiedo , ci ricorda che è possibile portar via anche il mezzo pollo arrosto con patatine per casa. Ci sediamo al tavolo. Tovaglie rigorosamente in quadrettato bianco e rosso. Il servizio è cordialissimo e sorridente con personale femminile giovane, motivato e disponibile. 
Facciamo un po’ leva sulla nostra voglia di assaggiare e veniamo accontentati con porzioni (richieste) più ridotte rispetto al solito (lo vedete nelle foto) ma secondo un rituale di degustazione autoimposto e imposto che ci soddisfa. Diciamo subito che l’offerta che si può vedere nella lavagna prevede le porzioni ( 5 euro a piatto) e non il menù fisso. Un modo agile ed intelligente per potersi fermare anche ad un singolo piatto in occasione del pranzo.
Insalatina calda di mare con polpo saporito e dalla texture assolutamente non gommosa ma cedevole al palato per iniziare. Piatti della tradizione come se piovesse. A partire dal pesto che chiediamo in degustazione ” a culo nudo” e che la cucina, simpaticamente, ci recapita in una tazzina da espresso. Un buon pesto nelle norme del gusto comune e quindi, reputiamo , molto apprezzato. Una schiacciata in più di pecorino e saremmo ai piani alti ma già così c’è tradizione.
Spesso lo si proclama e non sempre ci si riesce. Recuperare un po’ dell’antico spirito del “mangiare genovese” non è cosa facile. Ci stanno provando, con eccellenti risultati , all’Antica Gastronomia Canneto al 61 r. di Canneto il Lungo, pieno centro storico a ridosso della Cattedrale di San Lorenzo. Dietro al banco troviamo Riccardo Soldi, genovese di nascita, milanese per militanza ed esperienze all’estero. Con lui si divide fatiche, ma ora anche i primi onori a poco meno di un mese dall’apertura, l’infaticabile e vulcanica Barbara Castelli. A prima vista l’impatto è accattivante. Le pareti del locale, non vasto ma ben organizzato ed accogliente, sono foderate di marmo alla genovese “Qui c’erano le vasche dello stoccafisso “ ci notifica Riccardo. Il concetto è quello di una gastronomia con un luminoso banco a vista, che mette a disposizione i suoi prodotti sia per l’asporto che per il consumo ai tavoli. L’ampio, e invitante, spiedo , ci ricorda che è possibile portar via anche il mezzo pollo arrosto con patatine per casa. Ci sediamo al tavolo. Tovaglie rigorosamente in quadrettato bianco e rosso. Il servizio è cordialissimo e sorridente con personale femminile giovane, motivato e disponibile. 
Facciamo un po’ leva sulla nostra voglia di assaggiare e veniamo accontentati con porzioni (richieste) più ridotte rispetto al solito (lo vedete nelle foto) ma secondo un rituale di degustazione autoimposto e imposto che ci soddisfa. Diciamo subito che l’offerta che si può vedere nella lavagna prevede le porzioni ( 5 euro a piatto) e non il menù fisso. Un modo agile ed intelligente per potersi fermare anche ad un singolo piatto in occasione del pranzo.
Non potevamo , tra i piatti proposti, esimerci da un gustoso minestrone: complimenti. Aggiungiamo una trippa dove troviamno sia patate che fagiolane e la cosa ci piace, soprattutto perchè la trippa è cotta a dovere e si avverte che la cottura prolungata ha addomesticato il collagene suo proprio. Coniglio alla ligure…Ne apprezziamo la qualità della carne e la cottura che non lascia spazio a incertezze. A noi piace più spinto ma può non essere un sentire comune e allora bene così in questa realizzazione rispettosa della tradizione e del gusto diffuso su un piatto già dificile da praticare di suo.
