Pescheria Ezio, al 106 r di via Cornigliano, è un notissimo punto di riferimento, una certezza di qualità e freschezza del pescato. Il titolare mostra di essere appassionato del suo lavoro. Un vero commerciante come quelli di una volta, che dispensa a tutte/i cordialità (che non guasta e non costa niente). Incontro il titolare Mauro Andreoni – classe 1968 – nel suo giorno di chiusura settimanale. A un lato dell’esercizio un bellissimo antico banco da pesce.
Mauro, a quando risale l’inizio dell’attività di pescheria?
Ho iniziato personalmente e ufficialmente la mia attività nel 1988, quindi 36 anni fa. L’azienda invece è attiva dai primi anni ’50 del secolo scorso. L’aveva aperta nonna Adele Olcese, che è una figura storica qui a Cornigliano Ligure; nel 1968 sono subentrati mia mamma e mio papà Ezio. Tuttora il nome della pescheria è Ezio. Non mi sono mai permesso di cambiare nome al negozio, anche perché papà era una persona molto conosciuta nel quartiere. La nostra pescheria è sempre stata lì, nell’attuale via Cornigliano. Si dice che prima vi fosse un macellaio.
Cosa è cambiato dall’inizio dell’ attività ad oggi?
E’ cambiato tutto: la tipologia di pesce, la metodologia di acquisto. All’epoca era bivalente tra pesci che ci portavano i pescatori, pesci che andavamo noi a prendere allo sbarco in Darsena delle paranze e quello che acquistavamo in Piazza Cavour, dove era il Mercato del Pesce di Genova. Adesso il mercato è a Cà de Pitta, in una “location” estremamente sfavorevole, ma si alterna con acquisti tramite telefonino, proposte. E’ cambiato il modo di consumare della gente, nel senso che adesso il pesce viene considerato un acquisto più importante di prima per l’alimentazione. C’è più consapevolezza. Per fortuna non lo si sceglie solo in base al prezzo ma anche in base alla qualità. Poi sono subentrati concetti nuovi, come quelli di pesca responsabile e pesca sostenibile, allevamento sostenibile e possibilmente senza uso nei mangimi di ormoni e antibiotici. Quando qualcuno compra da noi, cerchiamo sempre di spiegare che non c’è da fidarsi del “primo prezzo” perché ciò che mangiamo è importante. Meglio non mangiarne tanto ma buono e soprattutto sano. Prediligiamo prodotti pescati, prodotti locali e comunque di giornata.
E’ cambiata Cornigliano?
Io sono tornato ad abitare a Cornigliano, dove sono nato. Cornigliano ultimamente è più bella, più tranquilla. Ha mantenuto due caratteristiche che a me piacciono: quella di un quartiere molto umano, ci si conosce tutti, poi il fatto di essere un crogiuolo di esperienze nuove, di gente che viene da vicino e da lontano. Ho una vicina cinese ed ho avuto il piacere e l’onore di essere padrino di battesimo di sua figlia.
Sono cambiati anche i gusti a tavola dei corniglianesi?
Oggi c’è più attenzione a ricette diverse da quelle tradizionali, anche a causa delle trasmissioni televisive di cucina. Per quanto ci riguarda, ci mettiamo a disposizione, sfilettiamo praticamente qualsiasi cosa ci chiedano.
Quale tipo di pesce vendevate maggiormente all’inizio dell’attività?
Allora come adesso, il pesce che detta legge è l’acciuga. Da sempre e per sempre.
Quale tipo di pesce è attualmente più richiesto dai clienti?
Oltre l’acciuga tutto il “pesce azzurro”, sardine, sgombri , poi in stagione le seppie, mentre stoccafisso e baccalà nel tempo hanno avuto una flessione. Il merluzzo, che è la base del baccalà e dello stoccafisso costa e costerà sempre di più, perché è uno di quelli che stanno finendo nella “lista rossa” dei pesci in estinzione. In particolare lo stoccafisso ha un odore, sia in fase di acquisto che di preparazione che non a tutti piace, in particolare ai giovani.