EtraEtra, figlia di Pitteo, re di Trezene, andò in sposa ad Egeo, re di Atene, e insieme ebbero un figlio di nome Teseo. A Etra venne affidato il compito di custodire gli oggetti di Egeo. Spostiamoci in un diverso scenario. Oggi, a Genova, c’è il ristorante Etra, situato nel suggestivo Palazzo Doria de’ Fornari, che rappresenta un connubio tra arte e gastronomia. Creato dalla BF Gallery, un progetto di Iacopo Briano e Alessandro Ferrada, questo locale unisce la creatività artistica con una cucina di alta qualità. Offre un’esperienza mitologica e coinvolgente ai suoi visitatori.
D’impatto il portoncino in vetro opaco che ci conduce all’atrio rivestito di marmo. Entriamo: classe e minimalismo si sposano con un design che sfrutta abilmente il contrasto tra la luce e il profondo nero. Pareti, soffitti, tavoli e sedie sono all black. etraI faretti posizionati sui dipinti e le opere. Raffinata soluzione d’ambiente.
Nei suoi propositi Etra offre un’esperienza che sfugge alle tradizionali convenzioni dei ristoranti e delle gallerie d’arte. La sua particolarità risiede nell’intento di armonizzare la piacevolezza culinaria con la contemplazione dell’ arte contemporanea. Nel caso in questione l’artista è Lorenzo Puglisi. Raffinata è l’eleganza ambientale.
La proprietà, Galleria Stupendo, ha contribuito a valorizzare gli spazi del ristorante con arredi e accessori, in cucina il talentuoso Davide Cannavino, affiancato dal sous chef Luca Satta, continua il suo percorso di “giovane vecchio” sorprendendo come sempre.

etra I piatti serviti si distinguono per l’utilizzo di ingredienti di alta qualità e una presentazione raffinata. Due i menu proposti, Synthesis e Tabula rasa, da 5 e 7 portate rispettivametne. Abbiamo optato per il secondo attratti dalla presenza di un “vecchio amico” come la Lepre a là Royale, interpretazione unica di Davide Cannavino. Sempre in tema di amici di lunga data il Risotto, fondo bruno e tatufo che ci richiama suggestioni ben note che rimandano a Nino Bergese.
Molti e graditi i richiama alla tradizione come la tartelette preboggion e prescinsêua che ci introduce alla serata unitamente ad un’avvolgente e croccante crepes di pelle di sgombro. Un accenno al burro che accompagna il pane caldo e fragrante. Ci colpisce quello alle olive, da ko estatico quello al Campari.
Facciamo la consocenza di un piatto nuovo che ci richiama a slogan dell’altro secolo. Come recitava Ernesto Calindri: contro il logorio della vita moderna un carciofo con le sue essenze servite a parte. Il carciofo come mai lo avevamo visto trattare.
Il servizio in sala è diretto dal Maître Luca Ghiani, supportato dalla sommelier Chiara Campora, che ci ha guidati con deliziosi accoppiamenti, e da Giulia Colombini, chef de rang. La loro professionalità accompagna i visitatori in un viaggio gastronomico e artistico unico, rendendo l’esperienza a Etra ancora più indimenticabile.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.